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Eolie, le sette sorelle

Il Mondo da Scoprire - Racconti di viaggio - Stagione 3 | Episodio 5

Mi trovo all'aeroporto di Catania, il mio volo è appena atterrato. Ho ancora qualche minuto di tempo per ritirare il bagaglio e raggiungere il porto di Milazzo, da cui prenderò l’aliscafo che mi porterà alla mia nuova destinazione. Un’isola ovviamente, anzi sette isole, che insieme formano uno degli arcipelaghi più visitati in Italia. Le Eolie sono di una bellezza letteralmente esplosiva, con una spettacolare attività vulcanica ancora molto presente e una cultura enogastronomica tra le più ricche del Mediterraneo. Con sette isole di dimensioni e caratteristiche diverse, avrò la possibilità di fare più vacanze dentro la stessa vacanza.

Ascolta il podcast Robintur dedicato alle Eolie e leggi l'articolo del magazine.

Filicudi: mulattiere e contrade

Dopo essermi sistemato, incontro la mia prima compagna di viaggio: si chiama Giusi Emanuela Murabito, è una guida Gae e guida culturale - come ama definirsi - perché nei suoi viaggi l’intento principale è sempre quello di entrare nella vita dei luoghi, con lentezza e rispetto. Proprio quello che stiamo per fare insieme. Ci incontriamo a Filicudi, in Val di Chiesa, la più alta delle 15 contrade dell’isola. 

“Benvenuto a Filicudi! Iniziamo questa passeggiata attraverso le mulattiere, gli antichi percorsi che collegavano le contrade e che a Filicudi sono rimasti tuttora integri ed utilizzati quotidianamente. Partendo dall’alto possiamo vedere entrambi i versanti dell’isola, con gli affacci sia ad est sia ad ovest… e arriveremo a ponente proprio in tempo per vedere il tramonto. 

Come vedi attorno alle mulattiere sorgono i numerosi terrazzamenti che consentivano di avere piccole coltivazioni di sussistenza. Il Promontorio della Guardia è una terrazza da cui la vista spazia su Lipari, Vulcano e Salina, fino a  Panarea e Stromboli nel lontano est”.

Scendendo incontriamo Pecorini Chiesa e la Chiesa di San Giuseppe - due punti identitari per la comunità dell’isola - passiamo da Fossetta ed arriviamo alla contrada di Stimpagnato. Chi abita qui è orgoglioso della propria contrada ed ogni contrada mantiene vivo un forte senso di appartenenza. Dal belvedere di Stimpagnato, in particolare, si vede uno dei tramonti più belli dell'arcipelago.

Alicudi è fatta a scale

Proseguiamo verso Filicudi Porto perché un’altra isola ci aspetta, la più piccola e la più occidentale. È Alicudi. “Dopo Filicudi ci proiettiamo in un'altra dimensione, ancora più piccola, ancora più ermetica, dove il concetto di isolano spesso combacia con quello di isolato. Alicudi è incontaminata, perché così hanno voluto i suoi abitanti, non ci sono strade né auto, solo scalini. Molti mi chiedono “ma chi vive lassù?” Ci vive la maggioranza dei residenti, che in inverno sono giusto una cinquantina, ma tutti fortemente radicati al loro territorio. In passato gli abitanti di Alicudi erano molto più numerosi, poi l'età media si è alzata, molti giovani sono partiti e anche quest'isola è stata conquistata da acquirenti stranieri: tedeschi, svizzeri, qualche belga. Hanno comprato dei ruderi o delle case e hanno cambiato vita, scegliendo di restare a vivere qui”.

Capisco in fretta che qui i muli sono l'unico mezzo di trasporto e che ogni famiglia ne ha uno. Li vedi trasportare qualsiasi cosa in un continuo sali e scendi e si nota che vengono trattati molto bene: si riposano nelle ore più calde, mangiano bene, sono coccolati, e sono proprio belli. 

Arriviamo alla Chiesa del Carmine, dove sono custodite le reliquie di San Bartolo, il santo protettore dell'isola. “Il Festival di San Bartolo nella settimana di Ferragosto - mi racconta Giusi - è uno spettacolo bellissimo, con la processione che porta il santo a spalla per scale e mulattiere, fino a sotto il cimitero”. Raggiungiamo la montagna e il suo paesaggio quasi irlandese, punteggiato di centinaia di pecore, infine La Tonna, un quartiere dallo spirito indipendente, molto colorato e divertente. E finalmente siamo giù al mare, di fronte alla cartolina di Punta del Perciato, una formazione lavica con un buco al centro, fotografata in tutto il mondo. Ci tocca un bel bagno, per fortuna. L’acqua è cristallina, bastano maschera e boccaglio per ammirare un mondo sottomarino incredibile.

Sabato mattina. Mi sveglio di buon’ora perché voglio andare a visitare la bottega tessile di Paola Costanzo, che pur essendo nata a Lipari ha deciso di venire ad abitare nella più piccola e selvaggia delle isole Eolie. Ad Alicudi, Paola Costanzo porta avanti un laboratorio tessile andando a recuperare forme e geometrie tradizionali di tutto il Mediterraneo. Il suo progetto ha anche importanti risvolti sociali, come le attività che porta avanti nel carcere di Messina con le donne recluse.

Il lavoro di Paola è davvero ammirevole e le poche ore che ho passato con lei mi hanno mostrato l’isola sotto una prospettiva diversa. Questo è un luogo dove si concretizza un equilibrio strano e magico: Paola vende i suoi tessuti online, consegna ovunque i suoi lavori, tesse, studia, si relaziona con persone di ogni provenienza. Un mestiere che potrebbe essere portato avanti ovunque, ma che assume uno spessore e un’identità assoluta quassù, in semplice, diretta connessione con un luogo, uno scoglio, le persone (anche fragili) e il mare infinito. Tornerò a trovarla prima o poi.

Non ho neanche il tempo di godermi quest’ottimo arancino che mi catapulto di nuovo al porto. Con Giusi Emanuela, questa volta, andremo a fare una passeggiata a Salina.

Salina, tre sindaci e due film

“Salina, lunga 21 chilometri, è la seconda per estensione dopo Lipari e l’isola verde per eccellenza. Anticamente è riuscita a essere indipendente da Lipari e a formare addirittura tre comuni - Santa Marina, Malfa e Leni - con tre facce molto diverse e tre sindaci… un’isola complessa, quindi!”

Le due Cime Gemelle, Monte dei Porri e Fossa delle Felci, sono raggiungibili da più sentieri che partono dalle valli laterali; si può salire da un lato e scendere dall’altro versante. Un altro bel percorso è Valle Spina, un cerchio di cinque chilometri che non ti distacca troppo dal mare e che divide il comune di Leni dalla parte di Pollara: qui la vegetazione è rigogliosa e sullo sfondo si vedono Filicudi ed Alicudi. Salina ha anche ospitato il cinema: Massimo Troisi girò qui alcune scene del suo ultimo film il Postino e Nanni Moretti la scelse come set per qualche ripresa di Caro Diario.

Dal piccolo porto di pescatori di Malfa, nella parte settentrionale di Salina, salto a bordo di Maretta, l’imbarcazione di Samuele e Federica che organizzano tour in barca con il loro progetto Sogno Eoliano. È domenica mattina e si punta a oriente: andiamo a Panarea e a Stromboli

I custodi di Panarea

Raggiunta Panarea in circa mezz’ora, ci fermiamo a Cala Junco per fare un bagno in quest’acqua spettacolare con un fondale sabbioso ricco di foreste di posidonia e un sito archeologico risalente al periodo preistorico. Proseguiamo verso il paesino, facciamo una breve sosta e poi, tornati in barca, andiamo a vedere i fantastici isolotti che circondano Panarea e che sono i resti visibili di antiche eruzioni. Ce ne sono di fantastici, come Dattilo e Bottaro.

Tra Lisca bianca e Lisca nera si possono vedere le emissioni di gas sulfureo che hanno avuto inizio nel 2002 subito dopo una forte esplosione dello Stromboli. Vedo risalire dal fondo una spettacolare colonna di bollicine e l’odore è quello caratteristico che si sente arrivando a Vulcano. Ci fermiamo a fare il bagno a Basiluzzo, su Cala Carbone, una piccola insenatura con fondale roccioso e acqua trasparente molto chiara. Infine è la volta di Spinazzola, l’isolotto adorno di decine di palme nane. 

Quanto brontola iddu...

Ci spostiamo su Stromboli, i cui piccoli paesi contano sul mare per comunicare tra loro. La scoscesa costa dell’isola, infatti, non permette di realizzare vie di comunicazione terrestri, tant'è che sono le barche a fare il servizio taxi. A Stromboli, nel periodo invernale, vivono poco meno di cento persone, ma anche in estate resta sempre un’isola molto tranquilla. 

Qui il fondale è molto roccioso e scuro; in alcune zone, ad appena cinquanta metri dalla spiaggia il mare arriva già ad oltre cinquanta metri di profondità. A volte è veramente complicato anche solo gettare l’ancora se le condizioni meteo non sono adeguate. All’ombra del faro militare che domina Strombolicchio aspettiamo il tramonto, e una volta al largo, speriamo di poter assistere a una qualche eruzione.

Da queste parti si dice che “quando Stromboli fa fanale, o è scirocco o è maestrale”. Che significa che lo Stromboli erutta principalmente quando tirano questi venti. Resta il fatto che il brontolio del vulcano è molto frequente, una compagnia costante quando si soggiorna all’ombra di questo cono spettacolare. Scopro che non solo i residenti si sono abituati e vivono come normale il borbottio di “iddu”, ma anche i vacanzieri abituali, quelli che amano tornare qui tutti gli anni, sviluppano con il vulcano una relazione profonda, energetica, tipica di tutte le aspre terre laviche.

Appuntamento alla prossima stagione

Il mio viaggio alle Eolie finisce qui. Ho scoperto una realtà fatta di tante identità e le persone che abitano su queste isole sono la testimonianza vivente di una ricchezza immensa. E termina qui anche la terza stagione del nostro Podcast. Ci prendiamo una pausa estiva, che utilizzeremo anche per immaginare i contenuti della prossima stagione. Nel frattempo, se questo episodio ti è piaciuto, puoi condividerlo sui tuoi canali social.

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