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La Puglia da scoprire

Il Mondo da Scoprire - Episodio 1

Ottocento chilometri di coste sulla terraferma, a cui vanno aggiunti i 50 dell’arcipelago delle isole Tremiti. La Puglia, il tacco nel nostro splendido Stivale allungato tra l’Adriatico e lo Ionio, colorato di rosso, verde e blu. Moltissimo blu, in tutte le sue sfumature. Il blu del mare e quello del cielo, così puro da risultare abbagliante quasi più del bianco dei suoi trulli. Come raccontare questa regione? Come spiegare a parole quello che è in grado di regalare?

Il mare

Sono 15 le spiagge pugliesi Bandiera Blu 2020, due in più dell’anno scorso: le isole Tremiti e Melendugno. Ogni provincia ha i suoi diamanti: Polignano a Mare è la regina della provincia barese, Margherita di Savoia di Barletta-Andria-Trani. Nel brindisino, sono 3: le spiagge di Fasano, Ostuni e Carovigno. Nel foggiano altrettante: le Tremiti, Peschici e Zappoleta. Quattro i comuni premiati in provincia di Lecce: Salve, Castro, Melendugno e Otranto. Infine Taranto, con Maruggio, Ginosa e Castellaneta.

Come tutti gli amanti di questa regione confermano, selezionare le sue spiagge più belle è una missione impossibile: ognuno ha le sue calette preferite, i suoi angoli segreti da coccolare. La strada migliore, allora, è quella tracciata dalle emozioni. E sono proprio le emozioni ad aver condotto Lucio Dalla alle isole Tremiti, per anni suo rifugio prediletto, protagoniste anche della sua bellissima canzone “Luna Matana”, ispirata a Cala Matana di San Domino, sulla quale si affacciava la casa dell’artista bolognese. Le isole Tremiti sono l’unico arcipelago dell’Adriatico: si trovano a una ventina di chilometri dal Gargano e costituiscono una riserva naturale marina a sua volta parte del Parco nazionale del Gargano. Sono 5: San Domino – la più grande, forse la più bella da un punto di vista paesaggistico e naturalistico, ricoperta da una foresta di pini d’Aleppo –, San Nicola – un museo a cielo aperto –, Capraia – detta anche Capperaia, per la presenza di estese presenze di piante di capperi sull’isola, disabitata –, Cretaccio – poco più di uno scoglio, ponte tra le due isole maggiori –, Pianosa – a una ventina di chilometri a nord-est di Capraia, rientra nella Riserva Marina Integrale. Mare limpido, incontaminato e ricco di pesci, perfetto per immersioni e snorkeling, clima gradevole, vegetazione rigogliosa, baie e promontori, cose basse e sabbiose oppure rocciose, con falesie a strapiombo sul mare. Difficile non innamorarsi perdutamente di questo angolo di paradiso.

E poi, l’altra nuova Bandiera Blu, Melendugno, nel leccese. Cinta da faraglioni, spiagge e acque cristalline, questa cittadina a 19 chilometri da Lecce racconta la sua storia tra dolmen, case a corte e antiche abbazie. Il suo litorale è un susseguirsi di piccole calette sabbiose e di insenature rocciose, che danno vita a spiagge da favola. Le più belle, che vanno a conquistarsi il riconoscimento, sono quelle di Roca Vecchia, San Foca, Sant’Andrea e Torre dell’Orso.

Anche Tommaso De Vivo, esperto del territorio, si lascia guidare dalle passioni nella scelta di spiagge e tratti di mare imperdibili – destinazioni meravigliose, ma anche itinerari meno battuti e poco affollati – della costa pugliese (questo il link per ascoltarlo nel nostro podcast). “Qui la natura varia completamente da zona a zona, un passaggio così repentino da mozzare il fiato”. Il viaggio in cui ci conduce De Vivo parte da nord, dalla spiaggia di Zaiana. Siamo a 5 chilometri da Peschici, nel cuore del Parco nazionale del Gargano. La Zaiana è raggiungibile in barca o a piedi, a poca distanza dalla grotta di Manaccora: “Il viottolo che porta in spiaggia – sabbia dorata, meravigliosa, indimenticabile – fa godere di un’infinita serie di profumi. Tutt’intorno, costoni rocciosi ricoperti di macchia mediterranea e pini, con numerosi anfratti da esplorare. Meglio visitarla in bassa stagione”.

Poco distante, la Baia delle Zagare. Siamo sempre nel Parco nazionale del Gargano, fra Mattinata e Vieste: “Si scende in spiaggia percorrendo un sentiero tra uliveti e mandorleti. La sabbia è bianchissima e granulare, il mare di un azzurro impressionante. Può essere raggiunta da due spiagge private o da un viottolo avvolto dagli aromi del paesaggio circostante. Tra falesie bianchissime, con di fronte due dei faraglioni più fotografati del Gargano, alla Baia delle Zagare le giornate sono corte perché il sole che scende alle spalle. E proprio il tramonto conferisce al mare colori diversi da quelli della mattina”.

Dall’altro lato, risalendo lo Ionio, tra Santa Maria di Leuca e Ugento troviamo Marina di Pescoluse, nota anche come “le Maldive del Salento”: “Il nome dice tutto, parliamo di 4 chilometri di sabbia bianchissima e un mare di un azzurro incantevole”.

Risalendo merita una sosta Porto Selvaggio: “Anche Porto Selvaggio è una riserva naturale, un fiordo di ciottoli e rocce. Raggiungere il mare è possibile con una passeggiata degradante di una ventina di minuti sotto la pineta. Ha due accessi: uno solo pedonale, uno servito da navette elettriche, utili soprattutto a fine giornata per risalire dopo 8 ore di sole”. Sul percorso si può visitare la Grotta del cavallo, famosa per i ritrovamenti di resti dell’homo sapiens europeo: “Arrivati in spiaggia – e consiglio di scendere la mattina presto – ci si trova di fronte a una baia di roccia naturale, una piccola spiaggia di ciottoli bianchissimi e una pineta che arriva quasi sino in acqua. In mare ci sono delle correnti di acqua dolce, freddissime, che a fine giornata sono un piacevole ristoro”.

Per chiudere questo itinerario da sogno, De Vivo sceglie Terre di Colimena. Riserva naturale, dopo avere parcheggiato le macchine si sono circa 500 metri da percorrere sotto al sole: “Andando in spiaggia si passa attraverso una salina, punto di sosta di uccelli migratori. Se si è fortunati, in certi periodi dell’anno si possono avvistare i fenicotteri rosa”. La spiaggia è solo libera, “la sabbia è doppia, granulosa di un rosa intenso e il mare, subito profondo, di un blu trasparente eccezionale”.

Colori e sapori di Puglia

Impresa ardua anche secondo Antonio Esposto, pugliese appassionato e innamorato della sua terra, cercare di raccontare “questa nostra piattaforma orientata verso Oriente”. Per darsi una guida, Esposto sceglie 4 parole chiave: i colori, la spiritualità, il Medio Oriente e i vini (questo il link per ascoltarlo nel nostro podcast). “I colori della Puglia sono lampanti, dai forti contrasti. Dal bianco delle rocce a strapiombo della costiera, da Mattinata a Vieste, come ha cantato da Lucio Dalla, al rosso ben visibile della terra che circonda il Salento, quella ricca di frammenti di ferro tanto amata da Vinicio Capossela. E poi il verde, il verde che riposa gli occhi, quello brillante delle Faggete della Foresta Umbra, patrimonio Unesco dal 2017. I faggi, qui, arrivano a misurare 45 metri d’altezza, si incontrano giganti di oltre 350 anni”.

Dalla natura alla spiritualità: quella di Antonio Bello, meglio noto come don Tonino, prete umile – “rifiutò subito tutti gli orpelli che considerava ostentazione di potere e ricchezza” – nato ad Alessano, vescovo di Molfetta, Giovinazzo e Terlizzi, uomo di fede per il quale è in corso il processo di beatificazione.

E poi c’è il Medio Oriente, “che qui è possibile toccare con mano per esempio nell’arte, in quello che qui è uno stile tipico: il romanico pugliese”, c’è la ricchissima cultura enoica. Punta di diamante, secondo Esposto, il moscato di Trani, prodotto di altissima qualità nei secoli molto apprezzato. Ma ce n’è davvero per tutti i palati: dal Negro Amaro al Primitivo, passando per l’Uva di Troia, tutte uve che negli ultimi anni hanno guadagnato la ribalta internazionale. Tanti i marchi di origine attribuiti ai prodotti pugliesi. Parlando di vino, la Puglia ha 4 uve DOCG (denominazione di origine controllata e garantita), 28 DOC (denominazione di origine controllata) e 6 IGT (indicazione geografica tipica). A livello di cibo, numerosi i prodotti DOP e IGP. Tra quelli con denominazione di origine protetta, sei riconoscimenti sono dedicati all’Olio extravergine di oliva, uno al Formaggio Canestrato Pugliese DOP, uno al famoso Pane di Altamura DOP (leggenda vuole che Orazio dichiarò: “Il pane di Altamura è il migliore del mondo”). Tra i prodotti a indicazione geografica protetta, le Arance del Gargano IGP, la Burrata di Andria IGP, il Carciofo brindisino IGP, la Cipolla bianca di Margherita IGP e il Limone Femminello del Gargano IGP.

Menzione speciale per l’orecchietta, il formato di pasta tipico di questa regione, diffuse tra il XII e il XIII secolo a partire da Bari. In dialetto barese sono “L strasc’nat”, termine che nasce proprio dal metodo di creazione con cui la pasta prende forma quando viene “trascinata” sul tavolo di lavoro. A Bari le orecchiette vengono cotte principalmente con le cime di rapa, con i cavolfiori, broccoli e altre verdure, particolari sono anche le orecchiette al ragù rosso (e ognuno, provare per chiedere, avrà sempre la propria ricetta per cucinare questo ragù che, naturalmente, sarà sempre “l’unica vera”: con o senza spezzatino di carne, polpette o ‘braciole’? Ai posteri l’ardua sentenza). Da 30 anni la Festa storica dell’orecchietta è quella di Vignacastrisi, frazione di Ortelle, provincia di Lecce.

L’archeologia

Mare, spiagge. Ma c’è dell’altro. “La Puglia, da un punto di vista storico, è una regione ricchissima, i suoi protagonisti sono moltissimi”, spiega l’archeologa Daniela Ferrari. Dagli Iapigi, la popolazione locale, divisi in tre tribù – Messapi, Peucezi e Dauni, partendo da sud e andando verso nord – ai romani (dal III secolo a.C. quando cominciò la romanizzazione dell’intera regione), passando per i greci nell’VIII secolo a.C., l’epoca della loro espansione coloniale verso il centro del Mediterraneo. Molte popolazioni, molte aree archeologiche, molti musei: un viaggio ricchissimo, “che potrebbe partire dall’età del bronzo con la visita dei dolmen. La Puglia è la regione d’Italia più ricca di testimonianze megalitiche” (questo il link per ascoltarla nel nostro podcast)
I siti di Ascoli Satriano e Monte Sannace se si parla di culture locali, quelle Iapige; Egnazia e Siponto se si passa alla testimonianza romane.

Pregiati siti archeologici e ricchissimi musei: “La Puglia offre sculture appartenenti già al III millennio a.C. – continua Ferrari –. In questo caso, il museo più importante è quello di Manfredonia, con la ricchissima collezione delle cosiddette stele daunie rappresentanti figure maschili e femminili ricche di particolari anatomici e di oggetti collocati sul corpo umano”.

La ricchezza di questa regione, però, è soprattutto quella legata al mondo greco e, dunque, al Museo di Taranto. Taranto, grande colonia del mondo greco, ha restituito in diversi scavi tantissimo materiale, raccolto in questo museo che dopo circa 20 anni di chiusura è stato riaperto nel 2016 completamente ristrutturato. Tra i reperti esposti vale la pena ricordare i grandi gioielli dell’epoca ellenistica, i famosissimi Ori di Taranto. “Taranto, oltre al museo, in questi ultimi anni ha anche predisposto l’apertura delle tombe greche, nelle quali è possibile entrare e scendere sino alla camera funeraria”.

Una curiosità: in Puglia ci sono anche borghi fantasma. Balsignano, Monteruga, Accadia, Roca Nuova, San Nicola. Accadia, per esempio, è un nucleo medievale in provincia di Foggia, abbandonato dopo il terremoto del 1930 e oggi abbandonato. Tra stradine selciate e abitazioni medievali, è la cornice perfetta per le estati del Festival Accadia Blues. Balsignano, in provincia di Bari, è un borgo rurale immerso negli uliveti abbandonato tra XVI e XVII secolo. Principale attrazione, la Chiesa di San Felice, meraviglioso esempio dell’arte romanico-pugliese dell’XI secolo. Fonde elementi architettonici d’oltralpe, bizantini e arabi: ha pianta a croce e cupola a tamburo ottagonale. Niente male, se si è alla ricerca di silenzio, tranquillità e spazi ampi per rigenerarsi.

La Puglia è questo, ma anche molto altro: la musica, le tradizioni, l’arte. Un capolavoro di profumi e sensazioni o, se vogliamo dirla con Federico II di Svevia, “è evidente che Dio non abbia conosciuto l’Apulia e la Capitanata, altrimenti non avrebbe dato al suo popolo la Palestina come Terra Promessa”.

Ascolta il podcast Robintur dedicato alla Puglia.

 

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