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Viaggio a Expo 2020 Dubai

Il Mondo da Scoprire - Racconti di viaggio - Episodio 5

Sono all'aeroporto, tra pochissimo inizierà l’imbarco per il mio volo, è l’inizio di un nuovo viaggio. Questa volta sarà una meta decisamente internazionale: la città del futuro - come è stata definita - il parco di divertimenti del Middle East o la città dei record, ne ha battuti e continua a batterne di nuovi. Quello che è sicuro è che mi aspettano dai 20 ai 30 gradi e uno degli eventi internazionali più attesi al mondo...dal 1851!

Record e contrasti nella metropoli della convivenza

Finalmente sono a Dubai, la capitale dell'omonimo Emirato. Una città di 3 milioni di abitanti che si trova nel Golfo Persico, a Sud della penisola arabica. Qui accanto ci sono l'Arabia Saudita e l’Oman. Nell’altra sponda del golfo, l’Iran. è una delle città con il più rapido sviluppo urbanistico del pianeta e una manifesta volontà di farlo vedere a tutto il resto del mondo, come scoprirò presto in questo viaggio.

Il mio primo incontro però, decido di farlo nella città vecchia, in prossimità del Dubai Creek, un luogo che racconta la Dubai del passato e che fotografa la storia delle tribù beduine e della vecchia economia basata sul commercio di perle e sulla pesca. Un’insenatura di mare che entra nel deserto, con accanto il coloratissimo souk dei tessuti. Ad aspettarmi c’è Elisabetta Norzi, corrispondente dagli Emirati per la Tv di San Marino e per la tv della Svizzera Italiana.

“Dubai è una città sicuramente da vedere almeno una volta nella vita perché è un esperimento urbano riuscito. Esperimento perché è una città nata dal niente, dalla sabbia, eppure è un esempio incredibile di convivenza pacifica, stimolante e costruttiva, di persone che arrivano da tutto il mondo con religioni diverse e diverse culture.

Quello che colpisce di Dubai sono le sue contraddizioni, sempre sospesa tra passato, tradizioni, che allo straniero possono anche sembrare stranissime, e futuro, innovazione, anche attraverso maestose architetture come il Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo. Al viaggiatore consiglio quindi di immergersi in queste contraddizioni. Si può partire dalla città vecchia per vivere l’atmosfera del souk delle spezie e dei tessuti e del Creek, per ammirare le grandi barche di legno che un tempo commerciavano con l'Iran, ad appena tre ore di navigazione da qui.

Poi si può andare a prendere la metropolitana - una metropolitana che non ha neanche il guidatore -  e arrivare al Burj Khalifa: l’ascensore ti porta su, fino in cima, e puoi comprendere la forma e tutto lo sviluppo della città dall'alto. Infine non può mancare una giornata in spiaggia, perché qui il mare è molto bello, soprattutto a Jumeirah, dove i ristoranti offrono cibo tradizionale da gustare a terra, proprio davanti al mare.”

Sono contento di essere partito dalla città vecchia per scoprire Dubai. Da qui posso cogliere con precisione le connessioni tra passato e futuro di questa città che continua a correre tantissimo. Con Elisabetta Norzi continuo ad esplorare il quartiere storico di Al Fahidi, con i suoi edifici in gesso e corallo e le torri del vento. In questa zona ci sono i musei più importanti della città, la XVA Art Gallery dedicata all’arte araba contemporanea e il celeberrimo Dubai Museum, ospitato all'interno del Forte di Al Fahidi, che risale al 1781 ed è ufficialmente l'edificio più antico della città. Qui intorno è anche pieno di caffetterie e locali, e per me è arrivato il momento di saperne di più sulla cucina locale.

Sapori dell’antica Dubai

“La cucina emiratina è una cucina poverissima, fatta di pochi ingredienti, proprio perché siamo nel deserto. Qui l'alimento principale è sempre stato il dattero, che nel Corano è definito il frutto divino. Ce ne sono tanti tipi ed è il primo e quasi unico alimento che si mangia per spezzare il digiuno durante il Ramadan. Non a caso un detto locale sostiene che durante le caldissime estati di Dubai si può sopravvivere semplicemente con un dattero e una tazza di caffè.

Poi, ovviamente, ci sono i cammelli, di cui si mangia la carne e di cui si beve il latte, utilizzato anche per diversi prodotti caseari derivati dal latte. E si mangia tantissimo agnello, come in tutto il Medio Oriente, oltre al riso: la ricetta locale più diffusa è il riso biryani, condito con un mix di spezie come il cardamomo e lo zafferano e cucinato con l'agnello. Si consuma anche tanto pesce, di specie spesso diverse da quelle a cui siamo abituati nel Mediterraneo. La bevanda nazionale è il lemon mint, una sorta di frullato a base di menta e limone, davvero molto rinfrescante”.

Vivere a Dubai, visitarla, conoscerla

Oggi inizierò a toccare con mano il lato avveniristico di Dubai. La mia destinazione è infatti la famosa Palm Jumeirah, una delle tre isole artificiali a forma di palma lungo la costa della città. Questo luogo è un concentrato di avanzatissima tecnologia ingegneristica e hotel tra i più lussuosi e iconici al mondo. Un bel modo per visitarla è prendere la Dubai Monorail, una monorotaia sopraelevata che percorre l'intera isola artificiale dalla terraferma sino all'Hotel Atlantis.

Nella hall di un altro hotel di lusso, il Jumeirah Zabeel Saray, ho appuntamento con Flavia Curci, un’italiana che opera come Sales Manager per questo gruppo alberghiero e vive a Dubai da alcuni anni.

“La mia storia inizia nel 2017, quando ho deciso di intraprendere un’esperienza professionale nel settore alberghiero di lusso. Sono arrivata qui con tanta voglia di vivere un'esperienza totalmente diversa. Devo dire la verità: all'inizio non è stato semplice; ci troviamo infatti in una realtà internazionale, con tante culture che si trovano a convivere insieme. Ma ben presto ho dovuto constatare che tutte le persone che provengono da parti del mondo diverse a Dubai si abbracciano e condividono esperienze di vita e professionali molto simili; questo offre dunque tante opportunità di crescita e di confronto, non solo nel mondo del lavoro.

Dal punto di vista del viaggiatore, c'è sempre una prima Dubai per tutti e sicuramente all’inizio si può partire visitando i posti più conosciuti e più popolari, come Burj Al Arab (l'albergo iconico a forma di vela) e i quartieri tradizionali dell’Al Fahidi historical district. Ma poco fuori città, è anche possibile trovare tanti percorsi di trekking, partecipare alle escursioni nel deserto a bordo dei Quad o a dorso di dromedario, cenare nei desert camp all’ombra delle dune dopo un tramonto spettacolare”.

L’occhio di Dubai, acciaio e leggerezza

Mi tengo la passeggiata sul cammello per uno dei prossimi giorni e nel frattempo mi dirigo verso un altro luogo iconico della città, l’isola di Bluewaters, dove ha da poco inaugurato l’AIN DUBAI, l’Occhio di Dubai, una ruota panoramica gigantesca, alta 250 metri, in grado di trasportare fino a 1.750 passeggeri per volta in una delle sue 48 capsule. Qui ho appuntamento con Damiano Crognali, giornalista, podcaster, corrispondente per Ansa e SkyTg24.

“Dubai è conosciuta in tutto il mondo per monumenti come questa immensa ruota panoramica: mi emoziona molto vederla oggi finalmente in funzione e vivere questa esperienza intensa. Ma vorrei ricordare anche il quartiere di Marina, la zona dove vivono gli occidentali, valorizzata solo nell'ultimo periodo: qui c’è la free zone più grande di tutto il Medio Oriente dove un italiano come te può crearsi la propria attività senza dover trovare un partner arabo. Questo è anche uno dei luoghi migliori dove soggiornare per visitare l'Expo, che dista solo 20 minuti di metro. La zona di Expo è l’ultima ad essere stata costruita su un’area dove fino a pochi anni fa c’erano solo alberi di ghaf, fra le poche piante capaci di sopravvivere in ambiente desertico e dunque simbolo degli stessi Emirati e della lotta alla desertificazione".

Mentre chiacchiero con Damiano Crognali mi godo la vista a 360° dall’Occhio. La giornata volge al termine e i colori del cielo attorno allo skyline della città lasciano senza parole. Nonostante stiamo viaggiando sopra 9.000 tonnellate di acciaio, la sensazione di leggerezza che si respira è indescrivibile.

Finalmente Expo

Mi sveglio con una sola parola in testa. EXPO 2020. Ho appuntamento con Damiano Crognali direttamente nel suo ufficio all’interno di Expo: sarà lui a farmi rompere il ghiaccio con il primo grandissimo evento post pandemia, il primo expo in Medio Oriente.

“Proprio fuori dal mio ufficio c’è Al Wasl Plaza, sormontata da questa cupola gigante. E’ il centro di Expo, il luogo che unisce tutti i distretti, una sorta di piazza di collegamento e di grande cinema sulle cui pareti vengono trasmessi film, video ed emozioni. Da qui si dipanano i tre distretti che mettono in scena i temi portanti della manifestazione: la sostenibilità, l'opportunità e la mobilità. Ognuno ospita non solo i padiglioni dei Paesi, dove ti puoi immergere nelle varie culture nazionali, ma anche molti padiglioni tematici, come quello dedicato alle donne. 

Una cosa che percepisci sin dall’inizio è lo spirito di cooperazione, anche tra paesi tra cui non scorre buon sangue. Expo è una vera e propria cittadina, ospita anche un grandissimo padiglione dello sport dove vengo tutte le mattine a praticare le attività più varie… e per accedere è sufficiente il biglietto d’ingresso ad Expo. Uno dei percorsi più belli è The Good Place Pavilion, dedicato a tutte le forme emergenti di economia positiva come il crowdfunding, che ti permette di raccogliere i fondi per buone azioni, buone pratiche e progetti innovativi.”

Girare per EXPO può essere disorientante, con 192 nazioni presenti, chilometri da macinare per percorrere i suoi 4 chilometri quadrati abbondanti, praticamente quattro volte la superficie totale del più grande centro commerciale del mondo, che guarda caso è proprio qui, il Dubai Mall. Dopo tanto girare, arrivo finalmente in uno dei padiglioni più visitati di Expo 2020 Dubai, il Padiglione Italia. Una struttura sbalorditiva progettata dalla Carlo Ratti Associati e Italo Rota Building Office, con Matteo Gatto e F&M Ingegneria. Qui incontro proprio l’architetto e ingegnere Carlo Ratti, insegnante al MIT di Boston inserito nel 2012 da Wired UK nella lista delle 50 persone che cambieranno il mondo. Mi faccio raccontare l’idea dietro a questo padiglione.

A Dubai l’Italia più bella

“Il padiglione Italia a Expo 2020 Dubai è nato da un concorso internazionale di progettazione che abbiamo vinto tre anni fa insieme a Italo Rota Building Office, con Matteo Gatto e F&M Ingegneria. Una delle cose che mi ha sempre dato fastidio delle Esposizioni universali, delle Olimpiadi, degli impianti degli eventi temporanei è che si costruisce moltissimo ma spesso dopo pochi mesi o addirittura settimane molto di quello che è stato costruito finisce in discarica. Se da una parte i grandi eventi ci permettono di innovare e di spingerci un po' oltre a quello che si può fare di solito, dall’altra c’è il problema dello smaltimento. E allora il tema chiave è quello della circolarità e il Padiglione Italia è concepito come uno spazio in cui tutto ciò che viene usato è riciclato e riciclabile e verrà riutilizzato per altri scopi dopo la manifestazione. 

Un esempio è la facciata del Padiglione, una facciata aperta, trasparente, fatta di corde nautiche attraverso cui può passare l'aria, cosa che ci permette di evitare di utilizzare l'aria condizionata. Le stesse corde nautiche vengono da 2 milioni di bottiglie di plastica riciclate, che domani diventeranno ancora qualcos'altro. Altro esempio è il tetto del Padiglione, un tetto temporaneo che nasce dagli scafi di tre imbarcazioni costruite da Fincantieri, pronti per navigare e per solcare i mari una volta che il padiglione verrà smontato a fine evento".

Il Padiglione Italia ha già ricevuto diversi premi nazionali e internazionali legati all'architettura, al design e all'innovazione; ma soprattutto ci inorgoglisce la risposta dei visitatori: ad oggi, dopo circa un mese dall'inaugurazione, è infatti il terzo padiglione più visitato di tutta Expo”.

Il mio racconto finisce qui. Avrò bisogno di tempo e quiete per rimettere in ordine tutti gli stimoli e le fascinazioni che mi porto a casa da questo viaggio. Un’idea potrebbe essere quella di staccare con un viaggio di segno opposto, magari in una piccola ma ricca regione del Sud Italia. Quale? Per scoprirlo, non ti resta che continuare a seguire questo podcast e, se ti è piaciuto, condividerlo sui tuoi canali social. Save the date, l’appuntamento è per il 24 novembre!

Ascolta il podcast Robintur dedicato a Dubai e ad Expo 2020 Dubai.
 

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