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Molise autentico

Il Mondo da Scoprire - Racconti di viaggio - Episodio 6

Sto camminando per le strade di Bologna, dove vivo. Tra pochissimo partirò per questo nuovo viaggio: un luogo incantevole, incastonato tra mare e montagna, con preziosissime testimonianze di civiltà antiche, splendidi borghi e una cultura eno gastronomica di prim'ordine. Una delle regioni d’Italia dove meglio e con più armonia si è sviluppato il rapporto tra uomo e natura. La prima cosa che dovrò fare, una volta arrivato, sarà quella di capire come è nato uno dei tormentoni più diffusi sulle regioni italiane, dove si professa - addirittura - la non esistenza del Molise.

Essere o non essere? Esistere o non esistere?

Sono finalmente in Molise, a San Giovanni in Galdo, provincia di Campobasso, un paesino di poco più di 500 anime. Qui incontro Enzo Luongo, giornalista e autore del libro “Il Molise non esiste”; a lui, a questo punto, faccio la fatidica domanda. Il Molise esiste o non esiste?

“Il Molise esiste, senza ombra di dubbio. La cosa interessante però è che grazie a questo tormentone il Molise non esiste - che a un certo punto era davvero ovunque, da Internet ai comici in Tv e al cinema - anche chi non conosceva il Molise è andato a documentarsi, finendo poi per inserire la regione nel proprio itinerario turistico. Siamo riusciti a trasformare una cosa negativa in uno straordinario (e gratuito) volano di promozione turistica. E secondo me questo deve essere l’approccio corretto, senza farsi trascinare dalle polemiche. Tra l’altro ho scoperto che una delle pagine più popolari su Facebook è Molisn’t, che a un certo punto aveva più like della pagina ufficiale della regione ed è stata lanciata proprio da un molisano. 

Da qui sono nate tante belle iniziative, come Regalati il Molise, che parte dalla necessità di sfruttare una delle risorse di cui siamo più ricchi, ovvero le case abbandonate per conseguenza dell’altissimo spopolamento di questi anni. Proprio da qui, da San Giovanni in Galdo, abbiamo iniziato a metterle prima in affitto gratis ai turisti e poi in vendita per una cifra simbolica; si tratta spesso anche di belle case tradizionali, di edifici di pregio. Ne hanno parlato i giornali e le tv di tutto il mondo ed è stato uno straordinario successo”

Poco più di mezz'ora di auto e da San Giovanni in Galdo sono a Macchia Valfortore, un altro piccolo paese che viaggia intorno ai 500 abitanti, vicino allo splendido lago di Occhito, uno dei bacini artificiali più grandi d'Europa. Qui ha sede il Polo Museale di Macchia Valfortore e ad aspettarmi c’è proprio il direttore del Museo Civico di Storia Naturale della Valle del Fortore, Massimo Mancini. 

La Valle del Fortore, una storia che nasce 5 milioni di anni fa

“Il Polo Museale è costituito da tre luoghi: il Museo Civico di Storia Naturale, l’Ecomuseo “La Casa, i Mestieri e la Cultura della Memoria e il Museo Didattico dell’Antico Mulino ad Acqua della Famiglia Di Iorio.

Il Mulino fu costruito nella seconda metà del ‘700, ma per effetto di un evento alluvionale e di una frana importantissima avvenuta nei primi dell'Ottocento, il Mulino fu completamente sommerso fin quasi a perderne la memoria, non fosse stato che qualche anziano si ricordava che lì un tempo, c’era un mulino. Oggi, di mulini, ce ne sono due, uno per la molitura delle farine più nobili e l’alimentazione umana, l'altro per i cereali meno pregiati destinati all'alimentazione animale”.

Nella piccola piazza del Comune si trova l'antico palazzo Baronale della famiglia Gambacorta, un palazzo del 1500 che oggi ospita il Museo civico di Storia naturale della Valle del Fortore. La visita permette di partire per un viaggio nel tempo di quasi 5 milioni di anni attraverso l'evoluzione paleoambientale di questi territori, che un tempo erano occupati dal mare. 

Poco distante, ecco l’Ecomuseo “La Casa, i Mestieri e la Cultura della Memoria”, un museo diffuso che raccoglie tradizioni materiali e immateriali del territorio ed è sorto a partire dalla collezione personale di mia madre, Mariella Brindisi. La prima stanza - chiamata La casa - è dedicata a come si viveva una volta, stando tutti in una stanza spesso anche insieme agli animali; la seconda è dedicata agli antichi mestieri, la terza al mondo contadino e la quarta alla cultura della toppa, ossia dell’arte del rammendare i tessuti per poterli utilizzare il più a lungo possibile. Piano piano la gente del paese e dei comuni  limitrofi si è resa conto dell’importanza del progetto e ha cominciato a donare tutto ciò che aveva, al punto che oggi l’ecomuseo occupa 15 stanze.”

La famiglia Mancini mi ha letteralmente sommerso di entusiasmo e passione per le storie della loro terra. Una terra che già dopo un giorno, non faccio fatica ad ammetterlo, mi ha completamente conquistato.

Tre percorsi fra fiumi, vallate e montagne, fino al mare

Mi dirigo verso il confine con la Campania: ad attendermi ancora Massimo Mancini, a cui chiedo di consigliarmi 3 itinerari.

“Partirei dal Tratturo Pescasseroli - Candela. I tratturi sono percorsi naturali attraverso i  quali le greggi e i pastori transumanti si spostavano da una stagione all'altra per mettere al riparo e al sicuro gli animali. Queste strade consentono oggi di attraversare il Molise in lungo e in largo facendo tappa in luoghi magici come l'antica città di Sepino, una piccola Pompei straordinaria con il suo mercato, il teatro e le abitazioni.

Come secondo itinerario ti suggerirei un percorso che parte da Bojano, percorre la Valle del Biferno, il fiume che taglia in due il Molise, giungendo fino a Termoli. Ci lasciamo alle spalle il bellissimo Parco Nazionale del Matese con l'antica città di Bojano e ci immergiamo in un paesaggio che coniuga perfettamente le attività antropiche con le esigenze della natura, come testimonia il ritorno in queste zone della lontra. Tappa finale è Termoli, una città che sorge lungo i pochi chilometri che caratterizzano le nostre coste, un borgo antico letteralmente abbracciato dal mare.

Come terzo percorso ti porterei nella valle del Volturno, che segna il confine con l’Abruzzo e anche il confine tra l'Appennino centrale e quello meridionale. Il clima particolarmente mite di questa zona ha fatto sì che da queste parti l'uomo si insediasse in maniera piuttosto importante sin dall'antichità, lungo un periodo di quasi 700.000 anni. La valle del Volturno raggiunge anche Benafro, alle porte della Campania e al confine con il Lazio, uno dei “municipia” romani che costituivano luogo di villeggiatura e che oggi conserva un bellissimo centro storico. Lungo la Valle del Volturno si può fare sosta nei diversi centri abitati dove si trova sempre qualcosa di caratteristico, come il Museo della Zampogna di Scapoli”.

Mi sto godendo a piedi questo spettacolo incredibile, lungo le acque del Volturno, un percorso ricco di colori, soprattutto in questa stagione. Dall’acqua del Volturno al fuoco delle ‘ndocce, le torce infuocate usate per una delle feste del fuoco più importanti in Europa: l’Ndocciata, che si svolge l’8 e il 24 dicembre ad Agnone, in provincia di Isernia, nell’alto Molise. Un posto importante anche per la presenza della Pontificia fonderia di campane Marinelli, il più antico stabilimento al mondo per la fusione delle campane, fondato addirittura nel 1040. E’ qui che deciso di passare il resto della giornata.

Domenica dai sapori forti

Sono a Campobasso, capoluogo del Molise, 700 mt sul livello del mare e città che ho scelto per scoprire il lato gastronomico di questa regione. Mi aspetta a pranzo Annamaria Lombardi, esperta della cucina molisana e autrice di un libro ad essa dedicata.

“Comincerei con un antipasto tipico di un giorno di festa: in Molise basta infatti avere un ospite a pranzo per fare festa. Sul tagliere mettiamo una fettina di prosciutto, della soppressata e naturalmente dei bocconcini di scamorza, perché da noi la tradizione legata ai latticini e dunque alla pastorizia e alla transumanza è ancora molto forte. Al centro del piatto un uovo sodo tagliato a barchetta e riempito di giardiniera, al suo fianco un piccolo cilindro di burro a sostenere un’alicetta.

Come primo piatto le farei una lasagna in brodo. La lasagna viene prima cucinata nel brodo, poi messa su una teglia; gli strati sono farciti con la carne usata per il brodo e conditi con la scamorza o il parmigiano. Qualcuno nell’ultimo strato mette anche del tartufo, molto presente in queste zone. Per secondo certamente i tagli del bollito usato per il brodo serviti con ortaggi sott'aceto insaporiti di zucchero e po' di mosto cotto; oppure il tradizionale agnello al forno con le patate. Concludiamo con un ottimo pan di Spagna, gli amari fatti in casa e ovviamente un buon caffè.” 

Un bagno di street art sulla via del ritorno

La verità è che dopo un pranzo così dovrei salutarvi e darvi appuntamento alla prossima puntata. Invece lungo la strada per la costa mi fermo a Civitacampomarano, un altro borgo incantevole di poco più di 300 abitanti. Qui dal 2016 c’è il Cvta Street Fest, un appuntamento dedicato alla street art ideato e diretto da Alice Pasquini, artista di fama internazionale che qui ha le sue radici. La cosa bella di questo festival è ciò che lascia dopo la sua conclusione, vale a dire un intero borgo affrescato con questi murales incredibili che si possono quindi visitare durante tutto l’anno.

Sono partito per il Molise con in mano poco più di un meme e me ne sto tornando a casa con un pezzo di mondo ricchissimo e affascinante ancora tutto da scoprire.

Purtroppo il mio viaggio finisce qui. Appuntamento fra due settimane con il prossimo episodio de Il Mondo da Scoprire: andremo in uno dei luoghi più tipici dove trascorrere le feste di Natale e fine anno. Per scoprire di quale regione stiamo parlando, non ti resta che continuare a seguire questo podcast e, se ti è piaciuto, condividerlo sui tuoi canali social. 

Ascolta il podcast Robintur dedicato al Molise autentico.

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