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Trentino, oltre la montagna

Il Mondo da Scoprire - Racconti di viaggio - Episodio 7

Ci sono mille immagini che restituiscono il sapore di questa regione: le vacanze sulla neve, gli animali selvatici, le passeggiate nella natura, la commistione di culture. Per non sbagliare ed essere pronto a tutto, per questo viaggio ho messo in valigia delle robuste scarpe da trekking, una giacca imbottita e ho lasciato a casa una buona parte della mia incredulità: dicono infatti che da queste parti sia più facile che altrove avvistare Babbo Natale.

Dal Garda alla Val d’Adige

Finalmente sono arrivato in Trentino, la regione più settentrionale d’Italia. Qui si passa rapidamente dai 65 mt sul livello del mare del Lago di Garda fino alle altissime vette delle Alpi che sfiorano i 4000 mt. È una regione scelta ogni anno da tantissimi viaggiatori, sia d’estate che d’inverno. E per questo viaggio ho scelto di partire proprio dal lago e per l’esattezza Riva del Garda.

Riva del Garda si trova all'estremità settentrionale del lago, è la città più importante del Garda trentino e non è difficile vedere da queste parti innumerevoli surfisti che si godono la posizione strategica di questa porzione di lago. Arrivo a piedi nella bellissima Piazza 3 Novembre, affacciata sull’acqua. Qui incontro la mia prima compagna di viaggio, Carmen Picciani di Mercuria Guides. Le chiedo di accompagnarmi lungo 3 percorsi imperdibili di questa regione.

“Partiamo da Riva del Garda, una piacevole cittadina affacciata sul lago, nel punto in cui le montagne sovrastano incombenti questa sorta di lungo fiordo. Piazza 3 Novembre è stata per secoli il porto della città, perché il Garda era in passato una via di comunicazione di primaria importanza tra le Alpi, le Prealpi, la Pianura Padana e Venezia. Qui c’è anche la torre Apponale, la torre civica, il Municipio e tutti i palazzi nati come magazzino e trasformati in albergo a partire dalla seconda metà dell'Ottocento, quando l'industria dell’accoglienza dei forestieri è diventata l'attività che ha sostituito il commercio".

Trento e Rovereto: l’arte ai piedi delle Alpi

Come seconda tappa scelgo Rovereto, una città di circa 40.000 abitanti nella Valle dell'Adige, da sempre la nostra città moderna, la città della borghesia e dell'imprenditoria. A Rovereto bisogna assolutamente visitare Casa Depero, uno degli artisti più celebri del movimento futurista, così come il Mart, il museo di arte contemporanea, inaugurato nel 2002 sul progetto dell'architetto ticinese Mario Botta.

Come terza tappa non posso non scegliere Trento, una città che non è ancora così conosciuta e che certamente merita di essere scoperta e visitata attentamente. Trento è stata la capitale di un piccolo principato vescovile che ha gravitato sempre in area germanica e che ha garantito alla città una storia e uno sviluppo completamente diverso da quella che riguarda le altre regioni italiane. Il fatto di essere stata per 800 anni la sede di un Principe Vescovo ha favorito i contatti fra persone di cultura profonda e di diversa estrazione, creando un equilibrio perfetto fra le espressioni della cultura latina e di quella germanica. Le facciate affrescate nei primi del 500, le case e le torri medievali e la piazza del Duomo non hanno nulla da invidiare a tante altre bellissime piazze italiane.

Il mio consiglio è di girare a piedi attraverso il centro storico, molto esteso nonostante Trento sia tutto sommato una città di medie dimensioni. In più c’è la Trento sotterranea - Tridentum -  1.700 metri quadrati di città romana molto ben conservata. Infine, davvero imperdibile è il Castello del Buonconsiglio, con la sua Torre Aquila che conserva il celebre Ciclo dei Mesi, particolarissimo e originale, un meraviglioso affresco di tema profano del tardo Medioevo”.

A Ronzone, Val di Non, la mia tappa gourmet

Riva del Garda, Rovereto e Trento distano una mezz'oretta d’auto l’una dall’altra, ma è possibile anche percorrere questo tragitto in bicicletta, magari nella stagione più calda, godendo di paesaggi incredibili e di alcune piste ciclabili all’avanguardia. Come sempre il tanto camminare mi ha messo fame, quindi decido di mettermi in auto e fare qualche chilometro in più: mi spingo fino all’Alta Val di Non, attraverso i campi di mele adagiati ai piedi del Brenta e arrivo a Ronzone, un piccolo comune in valle, un luogo incantato tra le montagne a circa 1.000 mt di altitudine. Sto andando ad incontrare il popolarissimo chef Cristian Bertol, autore di libri sulla cucina trentina e chef dell’Orso Grigio, una stella Michelin. 

“Ti propongo un menù particolare che rappresenta tutto il meglio del Trentino. Partiamo con una crema di topinambur preparata con gli ortaggi che coltiva mio padre qui fuori e servita come entrée con delle chips fritte. Poiché il Trentino è famoso per i pesci d'acqua dolce, come antipasto ti propongo una trota in carpione, cioè una trota che una volta pulita e sfilettata viene marinata in un’emulsione di un terzo di acqua, un terzo di aceto di mele e un terzo di vino Trento doc. Viene poi messa in infusione con sedano, carote e cipolle, passata in cottura e servita con un bouquet di insalatine e mele Golden tagliate sottili condite con una leggera citronette e un filo di olio extravergine del Garda.

Come primo ti proporrei una rivisitazione del classico canederlo trentino. Qui da noi i canederli diventano delle vere e proprie praline: l’impasto è quello classico - pane, speck, cipolla ed erba cipollina - e dopo la cottura vengono serviti con una fonduta di formaggio di Malga. Come secondo uno dei nostri piatti forti esalta la tradizione trentina del fieno: parliamo di un lombo di cervo che viene rosolato per 5 minuti e passato al forno in un cartoccio arricchito dal fieno. Una volta cotto, il cervo viene servito con una polenta di patate leggermente dorata e mirtillo rosso. Come dolcetto, concludiamo con il classico strudel farcito di mele renette, pinoli e uva sultanina, ma avvolto nella pasta matta, una sorta di pasta brisé priva di burro e condita con l’olio che profuma di Trentino.”

Il mio primo giorno in Trentino non poteva finire meglio. Giusto un ultimo sguardo sulla vallata da quassù, prima di andare a dormire.

Dalla leggenda alla scienza

Eccomi di nuovo a Trento. Ho deciso di passare la mattinata a girovagare tra le casette di legno dei mercatini di Natale. Arrivo di buon’ora e incontro Jennifer Perenzoni che organizza i mercatini con l’APT locale. Mi porta a visitare Piazza Fiera e Piazza Battisti, dove ben 62 artigiani locali espongono e vendono i loro prodotti: manufatti tipici, prodotti eno gastronomici locali, decorazioni natalizie e presepi in legno: una tradizione che a Trento si ripete da ben 27 anni!

Ho percorso ormai diversi chilometri, ho fatto acquisti di ogni genere, mi sono spinto addirittura fino a Tridentum, la Trento romana sotterranea, ma devo dirvi che di Babbo Natale ancora nessuna traccia. Per passare dalla leggenda alla scienza, trascorro il pomeriggio in un posto straordinario: il MUSE, il museo della scienza progettato da Renzo Piano e inaugurato nel 2013. Qui mi accoglie Massimo Bernardi, paleontologo del Muse, che mi accompagna nella visita.

“Iniziamo la visita all’ultimo piano. L’intero museo è infatti costruito su una metafora altitudinale, si va dalle alte vette del quarto piano fino al fondo valle con un’incursione dentro le montagne. Al quarto piano c’è questo ghiacciaio che vedi davanti a te e che si può toccare con mano, un ghiaccio vero che si sta fondendo. La goccia d'acqua che si sta creando dallo scioglimento ci accompagnerà lungo tutto il museo: qui è in forma di ghiaccio, poi si trasforma nei torrenti ad alta energia delle montagne delle prime vallate fino ai fiumi di bassa quota e ai laghi a fondo valle. Piano piano, scendendo, si incontrano i boschi, le praterie di alta montagna e i grandi mammiferi, si approfondiscono le tematiche delle biodiversità, della sostenibilità e dell'evoluzione e si raggiunge il piano interrato con la meraviglia della serra tropicale. Il Muse non è soltanto un luogo espositivo, ma anche un luogo di studio e ricerca, come avviene in tutti i grandi musei del Mondo.”

Al Muse ho toccato, annusato, guardato e sono passato attraverso milioni di anni di evoluzione. Ora voglio solo mangiare un piatto caldo di canederli e ricaricarmi per la giornata di domani. Domenica mi aspettano infatti le montagne.

La Val di Fassa: paradiso di natura e sport invernali… anche inusuali

L’ultima tappa del mio viaggio in Trentino è la Val di Fassa, una delle località più importanti per il turismo dell’intera regione. Qui si trova parte del comprensorio sciistico più esteso d’Italia, il Dolomiti Superski, con i suoi 1.246 km di piste; e sempre da qui si possono ammirare i panorami più suggestivi delle Dolomiti, patrimonio naturale dell’Umanità Unesco dal 2009. All’alba e al tramonto le cime assumono sfumature cangianti di colore: il fenomeno è conosciuto come “enrosadira”, una parola di origine ladina che non a caso dà un nome a un effetto cromatico unico al mondo. Oltre alla luce e alle condizioni meteorologiche, il fenomeno è unico al mondo grazie alla capacità che hanno le rocce dolomitiche di riflettere i raggi solari, creando effetti visivi inimitabili altrove.

Dopo una bella sciata, mi fermo a Campitello di Fassa e vado allo Charlotte Horse Riding a conoscere Carlotta Buonomini che è venuta a vivere da queste parti con uno scopo ben preciso: salvare i cavalli in condizioni disagiate e offrire ai turisti la possibilità di cavalcare sulla neve. Carlotta mi racconta del suo viaggio in Africa, a Capo Verde, dove, dopo aver abbandonato gli studi in medicina, si è sviluppata la sua passione per il recupero dei cavalli in difficoltà, spesso vittime di maltrattamenti. Da lì la scelta del Trentino, luogo ideale per clima e mentalità, per avviare la sua attività che da una parte si occupa di prendersi cura degli animali in difficoltà e dall’altra offre splendidi percorsi a cavallo da fare tutto l’anno, anche in pieno inverno. 

Con questa splendida passeggiata a cavallo sulla neve si conclude il mio viaggio in Trentino. Vado a casa con la consapevolezza che qui potrei fare altri 100 viaggi, ognuno con uno spirito diverso. La mia prossima destinazione non dista molto da qui - diciamo circa 200 chilometri in linea d’aria - ma avrà un impatto decisamente più metropolitano. Per scoprire di quale città stiamo parlando, non ti resta che continuare a seguire questo podcast e, se ti è piaciuto, condividerlo sui tuoi canali social. 

Ascolta il podcast Robintur dedicato al Trentino.

 

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