Il Mondo da Scoprire - Racconti di viaggio - Episodio 9
Partire per un viaggio come questo può essere un’esperienza che lascia sopraffatti. Perché sto andando in una città che ha quasi 3.000 anni di storia. Perché è stata la prima metropoli del mondo, contiene uno Stato all’interno del proprio territorio e i suoi confini continuano ad espandersi. Oppure, più semplicemente, perché da molti viaggiatori è considerata la città più bella al mondo. Hai ancora qualche dubbio? Allora seguimi.
Roma attraverso il cinema
Il cinema: una delle possibili lenti che ho deciso di utilizzare oggi per raccontare Roma. La città eterna ha ispirato centinaia di artisti, registi, scrittori, street artist e intellettuali di ogni sorta. Come ad esempio Pier Paolo Pasolini. Questo viaggio parte da un luogo simbolo per Pasolini, l’Ex Cinema Impero dove sto per incontrare la mia prima compagna di viaggio di oggi, Gabriella Massa, guida turistica abilitata, fondatrice e presidente di Roma Slow Tour.
“Siamo di fronte a quello che era il Cinema Impero, costruito nella metà degli anni trenta e che ha un suo gemello ad Asmara, in Eritrea (chiamata, per le tante architetture romane replicate, la piccola Roma). Proprio qui accanto, dove vedi un ristorante cinese, una volta c’era la Trattoria L'Aquila d'oro, dove Pasolini veniva tutte le sere in compagnia di Sergio Citti e dove farà la conoscenza anche del fratello, Franco Citti, che diventerà il volto pasoliniano per eccellenza. Qui Pasolini conoscerà anche tutti gli altri ragazzi di borgata e imparerà proprio da Sergio il romanesco (non dimentichiamoci che Pasolini era friulano), riuscendo, con il suo lavoro cinematografico e letterario, a dare dignità al dialetto.
Ci spostiamo un pochino e ci dirigiamo verso il Pigneto: siamo nel quadrante est della città, tra la Prenestina e la Casilina. Oggi il Pigneto è molto diverso rispetto a come lo vediamo nel film Accattone: è diventato un posto molto trendy, con tanti locali, ristoranti e bar per l’aperitivo. Però se si riesce ad andare oltre questo aspetto un po’ glamour, si può ancora percepire la sua natura originale, che tanto colpì Pasolini, fatta di casette basse e orticelli.
Tra queste casette basse, in una piccola stradina che non ha nome, leggi questa targa apposta non dal Comune di Roma ma dagli abitanti del quartiere: c'è scritto vicolo dell’Accattone, perché qui Pasolini girò il suo primo film con l’intento di dare volto e corpo a quello che sarà l'oggetto di tutta la sua opera letteraria e cinematografica, ovvero il sottoproletariato urbano”.
Dopo aver bevuto un ottimo caffè al Bar Necci al Pigneto (altro luogo pasoliniano), salgo in metro e mi dirigo in centro, a Piazza dell’Esedra, a pochi passi dalla stazione Termini. Qui sto per fare la conoscenza di un’altra guida turistica abilitata che si chiama Fabio Salemme, a cui chiedo di raccontarmi un'antica passione di Roma e dei romani: quella per l’acqua.
Antichi acquedotti, fontane e nasoni
“Nella Roma antica l’acqua ha sempre avuto un ruolo importantissimo, basti pensare all’incredibile numero di acquedotti, fontane e terme che da secoli sono presenti in città. Ad esempio all'epoca di Traiano, quando la popolazione doveva essere intorno a un milione o un milione e mezzo di residenti, con 11 acquedotti venivano distribuiti più o meno un milione di metri cubi di acqua, circa 600 litri per ogni persona, una quantità superiore a quella moderna.
La cosa interessante è che l'acqua non serviva solo per l’uso quotidiano ma anche per altre funzioni, come le Terme di Diocleziano che potevano accogliere, secondo alcune stime, fino a 10.000 persone. È altrettanto vero che spesso questa grande quantità veniva dispersa a causa degli allacci abusivi e per problemi strutturali: le condutture, infatti, non erano in metallo ma in terracotta. Ancora oggi è possibile seguire il percorso degli acquedotti antichi, spesso restaurati in epoca rinascimentale, alle volte sovrapponendo il tracciato antico e quello moderno. Tra questi segnalo l'acquedotto dell’Acqua Vergine, forse il più famoso, essendo quello che serve le fontane moderne come la fontana di Trevi oppure la Fontana dei quattro fiumi di Piazza Navona.”
È piuttosto impressionante sapere che ogni giorno nella fontana di Trevi si raccolgono dai 500 ai mille euro, per un totale annuo che va dal mezzo milione al milione di euro, più o meno la cifra che costò la fontana all’epoca della sua realizzazione.
Industria, cultura contemporanea e sapori forti al Testaccio
Passerò la giornata al Testaccio, quartiere che si trova a sud ovest di Roma, vicino alle sponde del Tevere e che pare derivi il suo nome dalla collina artificiale formata dai detriti accumulatisi nei secoli dal vicino porto di Ripa Grande. Ho intenzione di visitare l’Ex Mattatoio di Testaccio, dove fino al 1975 si macellava la carne destinata alla città mentre ora è uno spazio multifunzionale dedicato alle arti contemporanee e gestito dal 2018 dall’Azienda Speciale Palaexpo, di cui l’artista Cesare Pietroiusti è presidente. La struttura è già di per sé degna di nota, un ottimo esempio di archeologia industriale, essendo stata realizzata da Gioacchino Ersoch alla fine del XIX secolo.
Lascio questa Roma proiettata verso la ricerca e la sperimentazione per immergermi in un altro aspetto della cultura cittadina che gode di grande attenzione: la cultura gastronomica. Dieci minuti a piedi e sono davanti l’ingresso della mitica trattoria Lo scopettaro, nata nel 1912 e attualmente di proprietà dei fratelli Trombini. Mi accoglie Alessando a cui non posso chiedere che farmi assaggiare un menù 100% romano.
“La cucina romana, come tutti sanno, è una cucina povera, una cucina di recupero, realizzata con il cosiddetto quinto quarto, ovvero gli scarti dell’animale che non finiva nelle tavole delle persone più abbienti. Se ovviamente non hai problemi con le interiora, per pranzo ti proporrei una lingua di vitella che non è altro che una lingua bollita che noi facciamo riposare 24 ore a temperatura ambiente e serviamo con una salsa fatta in casa.
Come primo, escluderei la classica Amatriciana, essendo originaria di Amatrice anche se “romana di adozione”. Ti preparo invece una Gricia, la vera amatriciana romana, quella senza pomodoro e che non essendo codificata, si può preparare in diversi modi, con salsiccia, prosciutto ecc. Come secondo un vero e proprio must di questa “ricca cucina povera”, ovvero la coda alla vaccinara, una coda di mucca fatta cuocere per almeno quattro ore nel sugo di pomodoro: è assolutamente da provare, non farti influenzare dal fatto che si tratta di una coda, perché ti assicuro che quasi tutti quelli a cui l’ho fatta assaggiare hanno apprezzato molto.
Come contorno puntarelle ripassate con una salsa di alici o carciofi alla romana (non alla Giudia che sono un classico della cucina giudiaco-romana). Sul dolce ti direi una crostata di visciole. Poi caffè, ammazzacaffè e direi che hai pranzato mangiando piatti tipicamente romani”.
La parola ai muri
Il mio ultimo giorno a Roma decido di passarlo alla scoperta della città più vera, quella della vita di quartiere, delle associazioni che lavorano per la comunità, quella che, ad esempio, si racconta attraverso i muri della città. Decido di farlo con Giorgio Silvestrelli, che conosce bene la realtà della street art romana e che è tra i principali collaboratori di MURO Museo Urban di Roma, che tra le altre cose organizza un vero e proprio tour tra l’arte di strada romana. Per finire lì dove avevamo cominciato, ci incontriamo davanti all’ex Cinema Impero, davanti a 5 notevoli opere di street art.
“Sono cinque ritratti di personaggi importanti per il quartiere e per Roma. Andando verso destra il primo che vedi davanti è Paolo Pasolini, molto caro agli abitanti di Torpignattara. Di Pasolini è stata anche realizzata un'opera dell'artista Nicola Verlato: si trova su via Galeazzo Alessi e pur chiamandosi Ostia è stata ribattezzata dagli abitanti la Cappella Sistina di Torpigna.
Gli altri personaggi che vedi sono Sergio e Franco Citti ed Anna Magnani, volto indimenticabile di Mamma Roma, una delle figure più iconiche del cinema italiano e Romano, da sempre molto vicina al popolo. L'ultimo in fondo è Mario Monicelli e come vedi sta nella posa di chi tende l'orecchio. Qui vicino è stata girata una delle scene di un Borghese piccolo piccolo con il grandissimo Alberto Sordi. Ma la cosa importante di tutta questa storia è che attraverso le opere che sono state realizzate, la proprietà dello stabile ha deciso di lasciare in affidamento al Comitato di quartiere per circa un anno i locali del cinema e successivamente di avviare i lavori di ristrutturazione che hanno permesso poi la creazione di uno spazio dove i ragazzi di diverse età vanno per imparare il teatro.”
Il mio viaggio a Roma finisce qui. È stato bello posare lo sguardo altrove, lì dove talvolta fa fatica a posarsi a causa della tanta bellezza diffusa ovunque in questa città. Nella prossima puntata de Il mondo da Scoprire vi porterò in un luogo molto diverso da questo: drasticamente più raccolto, dai confini ben definiti e per tutto il 2022… decisamente ricco di cultura. Per scoprire la destinazione di cui stiamo parlando, ti dò appuntamento al 2 febbraio; non ti resta che continuare a seguire questo podcast e, se ti è piaciuto, condividerlo sui tuoi canali social.
Ascolta il podcast Robintur dedicato a Roma.
il mondo secondo robintur
Città che rimangono nel cuore, panorami indimenticabili, esperienze imperdibili: leggi e lasciati ispirare.