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Procida, la cultura non isola

Il Mondo da Scoprire - Racconti di viaggio - Episodio 10

Sono sul traghetto che mi porterà alla destinazione di oggi. Un’isola, una piccola isola del Tirreno che si trova in un’antica area vulcanica, quella dei Campi Flegrei. Una terra la cui bellezza indiscutibile è stata raccontata da romanzi, film e - meglio di tutti - dagli occhi di chi ci vive o l’ha visitata. Qui ad esempio è ambientato Il postino, un film del 1994 diretto da Michael Radford assieme a Massimo Troisi che racconta dell’amicizia tra il poeta Pablo Neruda e il postino Mario Ruoppolo. 

Ormai l’avrai capito, sto parlando di Procida, un’isoletta di appena 4 chilometri quadrati nel golfo di Napoli. A poche miglia ci sono Capri e Ischia, mentre collegato a Procida con un ponte c’è il piccolo isolotto di Vivara.

Negli occhi, nel cuore

Sono appena sceso dal traghetto che da Napoli mi ha portato a Procida. Voglio subito mettere i piedi a bagno e in pochi passi riesco a raggiungere la Spiaggia di Silurenza, che nonostante sia vicinissima al porto ha un’acqua incredibile. Prima di partire ho chiesto alla scrittrice napoletana Valeria Parrella, che abita proprio qui davanti, dall’altra parte del mare, e che nel 2003 con il libro di racconti Mosca+Balena si è aggiudicata il Premio Procida-Isola di Arturo-Elsa Morante, di raccontarmi la sua Procida in poche righe.

“Io ho sempre voluto bene a Procida, sin da piccolina. Per noi scrittori napoletani è come la dacia per gli scrittori russi: c’è sempre un amico che ha una casa dove si può andare se hai voglia di una frittura di pesce. Prendi il traghetto e te la vai a mangiare. Oppure, se hai un fidanzato del nord e lo vuoi struggere di bellezza, lo porti proprio a Procida.

L’isola è sempre stata un posto speciale ed è cresciuta insieme a me negli anni. Ai tempi in cui stavo scrivendo il mio primo libro - nemmeno sapevo che l'avrei pubblicato, perché all’epoca mi ero laureata da poco ed avevo iniziato un altro lavoro - stavo tornando da Procida una sera al tramonto e quando mi girai capii la fine de L’isola di Arturo. La sentii profondamente mia e sentii crescere dentro di me, in un istante, una specie di promessa: avrei fatto la scrittrice. E poi è successo. Procida è anche l’isola preferita di mio figlio: lui vuole sempre passare parte delle sue vacanze lì. Se poi mi chiedi quali sono i miei posti preferiti… Forse il bar del Cavaliere, perché fa il miglior cocktail Martini del Mediterraneo!”

La capitale italiana della cultura 2022

E proprio al bar del Cavaliere, ho dato appuntamento ad Agostino Riitano. Dietro a un traguardo prestigioso quanto inaspettato - Procida è Capitale Italiana della cultura per il 2022 - c’è il suo grande lavoro. Agostino Riitano è il Project manager e direttore di Procida 2022. Ispirato da barche e traghetti che continuano ad andare e venire davanti ai miei occhi, gli chiedo perché è così  importante approdare a Procida proprio quest’anno.

“Dovresti approdare a Procida per fare un’esperienza in punta di piedi, perché attraversare quest'isola significa incontrare un ecosistema fragile e molto peculiare e, allo stesso tempo, significa fare un viaggio esteriore ma anche un bellissimo percorso interiore in quella dimensione dell'isolamento di cui tutti abbiamo fatto esperienza e che sicuramente dobbiamo esorcizzare.

Procida è riuscita a diventare capitale italiana della cultura non soltanto per via del suo patrimonio immateriale straordinario, ma perché ha interpretato profondamente quello che era l'avviso pubblico del Ministero, cioè riuscire a realizzare un progetto culturale che possa generare sviluppo locale.”

Dal 22 gennaio al 22 dicembre Procida, sotto il claim La cultura non isola, ospiterà 150 eventi coinvolgendo 350 artisti provenienti da 45 paesi differenti. Tra questi SprigionARTI, una mostra di arte contemporanea curata dallo stesso Riitano che vede anche la presenza dell’artista belga Jan Fabre; oppure La flotta di carta, con migliaia di barche di carta, origami realizzati dagli studenti procidani e flegrei, che  attraverseranno il golfo di Napoli per sensibilizzare al rispetto dell’ambiente. A guidarla, l’artista tedesco Frank Bölter, che navigherà su una barca di carta lunga trenta piedi. Scopri tutti gli eventi in programma su https://www.procida2022.com/

Scorci e colori fra terra e mare

È sabato mattina. Anche oggi ho intenzione di perdermi il più possibile, camminando tra i vicoli dell’isola. Prima però ho appuntamento con la mia compagna di viaggio di oggi: si chiama Wanda Sellis, è una guida turistica campana abilitata. Ci incontriamo in un altro punto magico dell’Isola, Piazza dei Martiri, una terrazza affacciata sul porticciolo della Corricella.

“Procida è un’isola vulcanica con una grande vocazione marinara. Qui c’è il più antico istituto nautico d’Europa e l’isola produce da sempre marinai, ufficiali, direttori per le più importanti compagnie di navigazione. Chi vuole visitare l'isola deve armarsi di buone scarpe o per chi vuole essere un po' più comodo, ci sono dei microtaxi che portano i turisti in giro per l'Isola. 

In ogni caso l’approccio all’isola deve essere tranquillo, i tempi sono dilatati, non si va di fretta: tutte condizioni necessarie per apprezzare metro dopo metro quello che Procida sa offrire, come la Terra Murata, la parta più alta dell’isola (non si arriva neanche a 100 metri), dove c'è l'abbazia di San Michele con accanto un museo dedicato a Graziella, il simbolo della bellezza procidana dal 1852, anno della pubblicazione del romanzo di Alphonse de Lamartine. Se si vuole curiosare tra le case si può andare a Casale Vascello, dove si può vedere come i procidani si siano adattati agli spazi dell’isola. 

Una fotografia incredibile è invece quella che si prospetta quando si scende da Terra Murata e ci si affaccia sulla variopintoa Marina di Corricella, un ex borgo di pescatori caratterizzato dalle case colorate e dove si può pranzare in uno dei tanti piccoli ristoranti”.

Libertà e prigionia

Continuando a passeggiare tra le strade, percorro le particolari scale a dorso d'asino che salgono dal piano terra fino a un terrazzino chiamato Desio, una parola araba che ci racconta anche delle diverse influenze dell’isola. Non dimentichiamoci che Procida è stata scelta come set cinematografico di tanti altri film oltre a “Il postino", come ad esempio “Il talento di Mr Ripley”.

Raggiungo uno dei luoghi storici dell’isola, un palazzo che risale al ‘500, Palazzo D’Avalos, sede dell’ex carcere di Procida. Sto per incontrarmi con un personaggio incredibile, da molti considerato la memoria storica dell’isola, il dott. Giacomo Retaggio, ex medico del carcere. 

Giacomo ha lavorato nel carcere di Procida per 25 anni, fino al 1988, anno della sua chiusura. Ha iniziato un po’ per caso, poco dopo la laurea, andando ad occupare un posto che spaventava molti. “In alcuni casi mi trovavo a dover giudicare la sopportabilità per il detenuto delle pene supplementari, una prassi per cui mi sono sempre battuto”. Nel carcere di Procida è passata la storia d’Italia, gli oppositori al regime fascista prima e i suoi gerarchi poi, i mafiosi e i componenti della Banda Giuliano; per tanti detenuti, mi racconta Giacomo, il medico del carcere diventava una sorta di confidente.

L’isola di Arturo

Domenica mattina. Mi sveglio presto e parto alla ricerca di Elsa Morante, la scrittrice che grazie al suo romanzo del 1957, l’Isola di Arturo, ha reso celebre Procida nel mondo. Passeggio lungo la Spiaggia dell’Asino - detta anche della lingua - e da qui raggiungo in meno di mezz'ora il Belvedere di via Pizzaco, dedicato proprio a Elsa Morante che di questi luoghi diceva: “Io non chiederei di essere un gabbiano, né un delfino; mi accontenterei di essere uno scorfano, ch’è il pesce più brutto del mare, pur di ritrovarmi laggiù, a scherzare in quell’acqua”.

A L’isola di Arturo, Tarcisio Ambrosino ha dedicato il suo locale, aperto nel 2017 a Marina di Corricella. La vineria letteraria L’isola di Arturo è diversa dagli altri locali che si trovano qui. Tarcisio mi fa accomodare su un divano fatto di tappi di sughero; gli chiedo di raccontarmi la sua storia, partendo dal perché è importante venire a Procida.

“Prima di tutto Procida è bella, di una bellezza che esce dai canoni classici delle isole turistiche. Procida non è un luogo dove si deve apparire, non c'è la via dello shopping, non ci sono mega boutique e non ci sono discoteche. È un luogo dell'anima, un luogo per rilassarsi davanti a un mare bellissimo. Adesso poi che è diventata Capitale della cultura c'è la curiosità da parte di tutti di vedere questa piccola isola che fino a prima era sconosciuta. Una sorta di luogo misterioso che “galleggia” fra la celebrità di Capri e di Ischia”.

Per quel che riguarda la mia storia, io sono procidano doc e sono andato via nel lontano 1985 per lavorare nel settore moda abbigliamento, prima in uno showroom a Napoli e poi a Milano. Dopo 14 anni a Milano ho avuto una crisi esistenziale che mi ha portato a rivedere tutto e a cercare di ritornare sull'isola con la sfida di dovermi reinventare dopo 30 anni di moda. Mi sono detto: ho due passioni, quella di leggere e quella di bere buon vino; e allora è nata in modo naturale questa idea della Vineria Letteraria, un locale dove ci sono libri in vendita, saletta lettura, booksharing e una notevole carta dei vini”.

Tra un buon libro e un calice di vino, il tempo vola con Tarcisio. E purtroppo anche il tempo di raccontarvi il mio viaggio a Procida. Con questa puntata finisce la seconda stagione de Il mondo da scoprire e io non posso che ringraziare le tante persone che mi hanno affiancato e seguito con fiducia durante questi 10 viaggi in Italia e non solo. Da Massimiliano Colletti è tutto: non ti resta che ascoltare questa puntata e gli episodi che ti sei perso e, se ti sono piaciuti, condividerli sui tuoi canali social. 

Ascolta il podcast Robintur dedicato a Procida.

 

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