Una terra con il dono dell'ospitalità
Visitiamo la bellissima Trinacria sulle tracce della saga storica di questa potente famiglia e degli antichi mestieri che, dal ceramista al puparo, richiamano turisti da tutto il mondo. Senza dimenticare una natura generosa, anche a tavola.
Stefania Auci, nel suo “Leoni di Sicilia” – romanzo storico di grande successo – ha raccontato la saga della potente famiglia dei Florio, sullo sfondo dell’isola attraversata dai moti del 1818 e lo sbarco di Garibaldi. Una terra antica, forte, appassionata, viva e colorata, meta turistica tra le più amate e frequentate degli ultimi anni.
Seguendo queste suggestioni – tra la saga, l’antichissima vocazione letteraria dell’isola, riconducibile agli esordi della lingua italiana (Scuola poetica siciliana), la sua storia e le sue bellezze che la rendono così unica –, partiamo da Palermo, nel Villino Florio, una delle dimore Liberty più belle e importanti per comprendere i contatti esistenti nell’Ottocento con gli imprenditori inglesi, e che ritroveremo anche nella vicina isola di Mozia, con visita al Museo Whitaker.
Spostandoci a Marsala, oltre al barocco e alle saline troviamo la cantina per eccellenza dei Florio, e sull’isola di Favignana un’altra villa dagli interni magici, visibile solo in parte. La tonnara, invece, di recente restaurata, si avvista subito dal porto: è una delle più grandi del Mediterraneo!
Gli antichi mestieri
Un’altra traccia originale per esplorare l’isola, terra ospitale e operosa, di grandi artisti e celebri manifatture, sono appunto gli antichi mestieri. I ceramisti, per esempio, a Caltagirone, sul versante orientale, hanno impreziosito la cittadina barocca con l’imponente scalinata di Santa Maria del Monte, adornata di mattonelle policrome.
A Catania, città dalle architetture “in bianco e nero”, una visita all’Antica Bottega del Puparo aiuta a scoprire le tecniche di costruzione delle marionette, con le quali i pupari interpretano ancora oggi un’altra dinastia, quelle degli eroi Carolingi. L’Opera dei Pupi è Patrimonio dell’Unesco, come i capolavori architettonici di Ragusa Ibla, in pietra bianca locale, costruiti dopo il terremoto con estro artistico.
Arte, natura, gastronomia
Sicilia è, ovviamente, sinonimo di archeologia, a cominciare dalla Valle dei Templi, l’antica Akragas, nell’Agrigentino. Il poeta Pindaro la definì «la più bella fra le città abitate dai mortali», con il più imponente complesso monumentale di tutta la Magna Grecia. Dai mosaici romani di Villa Armerina si passa ad altre aree di fama internazionale, come Segesta e Selinunte. A Siracusa l’oreccho di Dionisio e l’anfiteatro greco, a Taormina e in tante altre città elleniche teatri e musei ricchi di tesori.
Sicilia è anche mare e natura a tinte forti, dalla famosa riserva dello Zingaro a quella di Vendicari, dalla Laguna dello Stagnone alle gole dell’Alcantara e alle fonti dell’Anapo, per citare solo alcune tra le località più rinomate. E Sicilia sono sapori unici, frutto di una terra assolata e generosa, come la pasticceria dagli influssiarabi, ricette locali tra cui la pasta alle sarde o alla norma, gli arancini (o arancine), la caponata di melanzane, le granite di limone o latte di mandorla fini come neve. E Sicilia sono vini e passiti (dal Marsala al Pantelleria) dal carattere deciso e appassionato, ma anche ricco di sfaccettature. Come quello degli isolani e della stessa famiglia Florio, che al tempo stesso erano armatori, imprenditori del vino, della conservazione del pesce, della ceramica e del turismo.
Un mosaico di isole nell’isola
Meglio di tutti lo ha rappresentato sullo schermo Nanni Moretti nel suo film “Caro diario”, vincitore del Festival di Cannes del 1994: ogni isola della Sicilia è diversa dalle altre, anche all’interno di uno stesso arcipelago. Delle Egadi, nel Trapanese, la regina indiscussa è Favignana, a forma di farfalla, celebre per le cave di tufo, gli alberi di fico e l’acqua turchese di Cala Rossa, Cala Azzurra e Lido Burrone. Qui Vincenzo Florio diede inizio alla fiorente industria del tonno sott’olio. Le due isolette minori, Marettimo e Levanzo, sono invece più selvagge, poco più che scogli immersi nel blu. E che dire delle isole del vento e dei vulcani, le Eolie, che sormontano la Trinacria? Sette perle di una stessa collana (Lipari, Panarea, Salina, Stromboli, Vulcano, Alicudi e Filicudi) accomunate dall’origine vulcanica, ma che conservano ciascuna un proprio carattere distintivo: i fanghi sulfurei di Vulcano, la bianca pomice di Salina, i faraglioni di Lipari, la vita notturna di Panarea, la Sciara del fuoco di Stromboli, e ad Alicudi e Filicudi, le mulattiere e il tempo che si è fermato tra i fichi d’india.
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Marzo 2022
il mondo secondo robintur
Città che rimangono nel cuore, panorami indimenticabili, esperienze imperdibili: leggi e lasciati ispirare.