Niente da fare. I cugini d’Oltralpe proprio non ci sono simpatici. Li accusiamo di vanità, arroganza, li anneghiamo di luoghi comuni: parlano solo francese, non si fanno capire e fanno finta di non capire, ci hanno rubato La Gioconda, sono talmente nazionalisti ed egocentrici da chiamare “ordinateur” il computer e “souris” il mouse.  

Eppure, per superare tanta antipatia, basterebbe varcare il confine e godersi l’impareggiabile bellezza di questo paese. O meglio, è varcando il confine e decidendo di visitare la Francia, che la verità balza agli occhi: siamo gelosi. I francesi in fondo ci somigliano, e noi somigliamo a loro. La Francia è bella, varia, colta, creativa, raffinata, modaiola e provinciale quanto l’Italia; la baguette talmente strepitosa che ci siamo messi a farla anche noi… sebbene non ci sentiamo di portarla in giro per strada come fanno i francesi, reggendola sotto all’ascella. E basta pensare ad Asterix ed Obelix, gli eroi gallici che si fecero beffe dei Romani: loro, sì, ci sono simpatici, e forse sotto sotto proviamo anche un po’ di invidia per la loro orgogliosa capacità di difendersi dall’invasione e dall’ingiustizia. Del resto non è un mistero che le piazze e le periferie francesi abbiano mantenuto intatto fino ad oggi questo indomito spirito di ribellione e protesta.

Ma torniamo al tuo viaggio. Puoi cominciare con i grandi classici: Parigi, la Valle della Loira, la Provenza, Bretagna e Normandia, Carcassonne, il mare della Corsica. Oppure seguire la moda e scegliere i nuovi spot entrati all’attenzione del mondo: Bordeaux e gli chateaux del vino, Tolosa, Marsiglia e la Lione gourmet, i Pirenei dove inizia il cammino di Santiago. Ma anche il viaggiatore alternativo in Francia trova pane per i suoi denti: la Dordogna dei borghi e degli insediamenti preistorici affacciati sulle anse del fiume. Le diafane regioni del nord, fra le scogliere, le spiagge dello sbarco, il magnifico arazzo di Bayeux attorno al quale è stato costruito un museo, i prati allagati dove le pecore brucano erba salata. Digione, la Borgogna e l’aroma di senape; il santuario di calette e pini marittimi di Porquerolles. L’insolita Camargue delle spiagge, dei gitani, dei bastioni di Aigues-Mortes, delle saline vermiglie e dei vigneti nani del vino rosé.

Come fare a scoprire un patrimonio così inesauribile e in continua evoluzione? Credi che sia un’impresa persa in partenza? Forse sì. Il vantaggio è che da terra o dall’aria, dal mare o col treno, la Francia, comunque, è veramente a due passi. E per prenderla basta volerlo. 

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