Sfarzo nostalgico di altri tempi e colori opalescenti si alternano a paesaggi dall’anima selvaggia. La Russia ti dà il benvenuto con i fasti della Piazza Rossa di Mosca, dove il giocoso edificio della Cattedrale di San Basilio ti guarda dall’alto. Ivan il Terribile, a dispetto del soprannome, doveva essere di buon umore quando immaginò quei morbidi ciuffi svettare sul cielo azzurro. Catturati dal contrasto di colori, i tuoi occhi si volgono alle linee più rigide e candide del Cremlino che, un tempo, proteggevano gli zar. La sensazione, qui in Russia, è quella di essere dentro un forziere di ricchezze. Non puoi che seguire le linee che attraversano il Paese disegnandolo, e scoprire dove ti portano.
Ti ritrovi immerso nell’incanto dell’Anello d’Oro tra cittadine medievali inanellate dalla dorata bellezza di monasteri e chiese della Russia ortodossa; Sergiev Posdal, Suzdal, Vladimir. Ebbro di questo riflesso dorato giungi alle rive d’argento del Volga, il fiume infinito. Ti imbarchi per una crociera fluviale su motonavi modeste e veraci (nulla a che fare con le bianche regine che solcano il Mediterraneo) e ti sazi di una Russia ancestrale e rurale, fatta di villaggi, cittadelle fortificate e possenti signore che lavorano sull’aia.
L’esatto contrario della ricchezza eterna di San Pietroburgo e della sua gelida atmosfera narrata da Delitto e Castigo. Certo più simile allo scenario naturalistico del Lago Onega, profondo nord a due passi dalla Finlandia, dove sull’Isola Kiži svettano fra l’erba magnifiche chiese scolpite nel legno. O del Lago Bajkal, favola siberiana che ti rivolge l’ultimo saluto della grande madre Russia. Del resto, se sei arrivato fin qui, sei quasi in Mongolia.