È un’atmosfera surreale quella che ti circonda atterrando in Turchia. In questo lungo ponte di terra tra oriente e occidente, l’aria porta con sé un intenso aroma di kebab. Vicino al mare e sul Bosforo, l’odore del pesce e dell’acqua salmastra pervade ogni cosa. Mercati di spezie rilasciano fragranze che credevi di conoscere e invece, in Turchia, sono diverse: più intense e pungenti, quasi appartenessero al senso delle cose. Vapori dunque, vapori che salgono al cielo. 

E il desiderio di raggiungerlo, il cielo, qui è un pensiero costante. È ciò che cogli a partire dal fascino misterioso di Istanbul quando, camminando tra la vita di Sultanahmet, scorgi la grande Moschea Blu: nei tuoi occhi, sei lunghe braccia che cercano il cielo in un’estensione senza tempo. Eccoti poi in Cappadocia, dove il cielo brilla di luce tersa la mattina e si infuoca verso sera, mentre tu attraversi l’aria calda a bordo di una mongolfiera rossa e guardi dall’alto i camini delle fate.

Lo ritrovi più vicino ancora, grazie alla magia straordinaria di Pamukkale: qui la Natura ha riprodotto il cielo in terra, specchiandolo ceruleo nelle vasche di calcare e travertino bianco e creando quello che i locali chiamavano “castello di cotone”. E infine ad Efeso, antica perla d’Oriente, terza solo a Roma ed Alessandria. La facciata della Biblioteca di Celso, unico resto di un devastante incendio, alza al cielo due ordini di colonnati, a ricordare quanto l’Impero Romano volesse essere grande ed altero, anche in Oriente.

Alla fine del tuo viaggio in Turchia ce l’avrai fatta, avrai toccato il cielo.

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